Nell'immediato dopoguerra e per la precisione dal 1946, dopo la pausa bellica, si riprese a costruire carri allegorici e insieme a Fedele Dalessandro e Rocco Faniuolo altri carristi si dedicarono alla realizzazione artistica dei manufatti artistici in cartapesta. Tra questi vanno ricordati Angelo Notarangelo (Iang’l u zupp), Giuseppe Bianco ed il pittore Peppino Costanzo. E' ormai palese il coinvolgimento nell'arte della lavorazione cartapesta di più generazioni e alla prima della scuola di Fedele Dalessandro si affiancò il giovane figlio Valentino, che con la collaborazione di altri tre colleghi e amici, Franchino Netti (u musch’vet), Tonino Pagliarulo e Armando Genco migliorò la qualità dei pupi.