Ospite nel 1813 a Putignano, accrebbe la ricchezza del paese.
Gioacchino Murat
Il Generale Gioacchino Murat abolì la servitù della terra che aveva ridotto in miseria i contadini. Così accrebbe la ricchezza del paese, i pascoli da comuni divennero privati cinti da muretti a secco, le selve furono dei primi occupanti e i piantatori di vigne e giardini si sottrassero ai dazi. Questo Apportò miglioria fiscale e benessere ai cittadini dopo tanti anni di cambi di regime e scorribande che assorbivano completamente l'attenzione degli amministratori. Murat giunse a Bari insapettato e trascorse in occasione del suo viaggio in Puglia una notte (tra il 15 e 16 Aprile 1813) a Putignano, ospite nella Villa presso la chiesetta di S. Giovanni appartenente a Raffaele Marascelli. In cambio dell'ospitalità ricevuta, Murat donò a Marascelli un cavallo bianco.
L'Albero della Libertà
L'ultimo dei tre Olmi piantati dai francesi nel 1806 vigoreggia solennemente di fronte al Municipio, in ricordo delle nuove idee di Libertà ed Eguaglianza della democrazia. Quando furono piantati la plebe accompagnò la festa con canti, suoni e gli alberi come si soleva all'epoca furono benedetti dal clero. Questo accadeva, nonostante i democratizzatori fossero acolti con fisci e minacce alla vita, per questo ovunque c'erano reati di sangue e prepotenze. Gli orrori dei tumulti popolari furono resi ancora più acuti dall'intervento di coloro che con l'occasione, pur di poter affermare la propria supremazia, sfogavano rancori e odii, ciascuno ovviamente pretendeva di poter far valere il proprio partito con la volontà di sopraffare gli avversari. In questo modo cercarono di spodestare con la complicità del popolo i Cavaliei di Malta e distrussero lo stemma che rifatto con soldi pubblici, nel 1747, sormontava l'arco di Porta Barsento.