Putignano, nei primi agglomerati di case, si estendeva in un piccolo spazio intorno alla chiesa di San Pietro, comprendendo via Mulini, via Palmento nei pressi del serbatoio di compenso dell'acquedotto e vie Castello, Minzele ed i palazzi che si affacciano su via Gradini Angelini ed i vicoli chiusi Pescina Angelini, Carlo Abate e vicoletto cieco di fronte all'ex-Forno Mongelli. La chiesa di S. Maria La Greca (1364), per esempio, era già fuori dall'abitato.
Nelle sue Memorie manoscritte l'avv. Giovanni Casulli (1832-1911) racconta che verso la metà dell'anno 1886 nel ricostruirsi la limitrofa casa, all'arco del Saponaro ovvero Mongelli, fu levata l'Aquila Sveva che ivi era e fu depositata dal sig. Antonio Karusio nel suo museo alla villa omonima in via Cappuccini.
Quest'arco del Saponaro probabilmente era all'inizio di via Palmento ed era la Porta antica del primitivo Castrum Potineani. Con buona approssimazione si può vedere nella prima lapide in alto a destra la forma dell'Aquila, anche se la foto antica non è molto definita.
La presenza di quest'Aquila Sveva vicino alla porta antica della città confermerebbe, se ancora ce ne fosse bisogno, i rapporti fra l'antica Putignano e Federico II di Svevia.
Il paese iniziò la sua espansione di superficie solo dopo la costruzione della nuova cinta muraria voluta dal Balì Giovanni Battista Carafa nel 1472.
Le antiche mura che occupavano quelli che ora sono gli Estramurali, furono costruite nel 1475 testimoniato da un'iscrizione proprio su Porta Barsento e furono abbattute nel 1876, infatti oggi sono presenti solo 2 delle tre porte di accesso al borgo antico e un torrione adiacente a Porta Barsento. Porta Nuova ha avuto una funzione breve: poco più di una quarantina d'anni.
L'antica possente muraglia che collegava Porta Grande e Porta Barsento aveva circa una ventina di torri, alcune rotonde ed altre quadrate, era stata fatta costruire dal Balì Giovanni Battista Carafa a partire dal 1472 e ultimate nel 1475, in seguito furono realizzate delle aperture corrispondenti agli antiche strettoie, vico 1° e 2° S.Lucia, vico 1°, 2° e 3° S.Chiara, via Fornello, via e vico Bruni, via S.Maria, via Terzi, vico 1°, 2° Purgatorio, ecc.
In seguito a questo periodo, il comune vendette a vari privati i suoli adiacenti a dove sorgevano le mura e questi ultimi realizzarono, durante i restanti anni del 1800, nuovi fabbricati praticamente addossati alle mura stesse.
Fu riempito l'antico fossato che circondava le mura ottenendo così la nuova ampia strada che fu chiamata estramurale; nella foto allegata si può vedere il progetto, datato 1882, che fu seguito nella realizzazione dei nuovi fabbricati extra-moenia e del nuovo estramurale! (Vedi Documento di Cessazione delle Muraglie e dei Torrioni - 3 Febbraio 1862)
Fu l'architetto Giovanni Tateo, il progettista dell'espansione di Putignano fuori le mura. a lui è intitolata la breve strada che dal largo S.Lucia scende verso il Corso Umberto I.
In sostanza progettò le due ampie strade, lo Stradone poi chiamato Corso Umberto I e l'ampia strada che lo intersecava ad angolo retto, poi chiamata via Margherita di Savoia. Putignano aveva oltrepassato i 10.000 residenti ed erano ormai superati i motivi storici che avevano richiesto un centro abitato circondato da mura; e la ricca borghesia del tempo, i galantuomini, ambiva a costruirsi dei nuovi palazzi ampi e moderni, così come già erano riusciti a fare intra-moenia Colavecchio, De Miccolis, Romanazzi-Carducci e pochi altri!
Il palazzo ad angolo dell'intersezione realizzato metà dalla famiglia Chiarolla e metà dalla famiglia Daresta fu poi realizzato diversa dal presente progetto.
Fra il palazzo Chiarolla-Daresta e Porta Grande fu riservato tutto lo spazio su cui sorse il Teatro Comunale, leggermente più grande rispetto a questo disegno ed inglobando anche uno dei torrioni già esistenti su quest'area.
Documentazione storica a disposizione è molto poca, foto a disposizione quasi nessuna. A seguire questa foto che è del 1898 e come ben si vede un torrione ed un lembo dell'antica muraglia fra via Osteria e via Rosata Romanazzi erano ancora intatti! Gli unici resti dell'antica muraglia sono visibili a Porta Barsento dove è possibile vedere anche l'ultimo torrione rimasto, a Porta Nuova ed al largo Santa Lucia. Un altro torrione è sopravvissuto fra il Teatro Comunale e le case retrostanti ed è possibile accedervi da una cantina presente in vico I Santa Lucia.