E' degno di ben figurare nel novero degli artisti locali Agostino Agherbino, intagliatore e scultore in legno, nato il 23-6-1883 a Putignano e quivi deceduto il 23-9-1966. Apprezzato e geniale ebanista, era nato con l'animo di un artista.
Fu un autodidatta, avvalendosi solo di qualche consiglio dell'architetto e scrittore Gregorio Mignozzi Bianchi che lo spronò allo studio. Con assidue letture si formò aU'idea del bello che seppe trovare spontaneamente sia nella natura che nell'arte in genere. Suscitava simpatia sentirlo parlare col suo spirito arguto, venato di spontaneo umorismo, di una commedia, di un'opera lirica, di un artista o raccontare un episodio di storia locale che rievocava in maniera tanto colorita. Esperto nel disegno, insegnò a moltissimi ragazzi e giovani che frequentavano le scuole serali o i corsi della scuola media nei primi anni della sua fondazione nel nostro Comune. Non vi è buon artigiano di mezza età, oggi, che non ricordi il suo efficace insegnamento.
Le sue teorie nel campo dell'arte non andavano oltre quelle del moralismo pedagogico di Pietro Selvatico, anche se lesse l'Estetica del Croce di cui avvcrtl il fascino senza, forse, comprenderne appieno il significato rivoluzionario. Grande emozione provò il giorno in cui Benedetto Croce in persona, accompagnato dal Prof. Riccardo Marascelli, visitò il suo laboratorio artigianale, ammirandone alcune opere ed elargendo elogi ed incoraggiamenti.
Non si ha un elenco completo delle sue sculture lignee, sparse nelle case private di Putignano. Oltre alcune Madonne, in cui si coglie la suggestione di temi cari ai puristi e ai divisionisti, ha saputo dare il meglio di se stesso in alcune opere raffiguranti scene di carattere familiare o rustico, come: La prima preghiera, Trulli con albero, dove si coglie, oltre a una perfetta bravura tecnica, una viva sensibilità e partecipazione umana con cui rappresenta uomini e natura.
L'opera che fra tutte eccelle mi sembra essere la Testa di S. Giovanni. Il quadro è dominato dalla testa del Santo, sorretta da una mano, quella del carnefice. La testa è di tre quarti, resa in ogni particolare anatomico che ne accentua l'afflato drammatico, vigorosamente rappresentato. Una grossa scimitarra delimita, in primo piano, la parte inferiore del quadro. Nella sua antica casa si conservano cinque pitture ad olio, tutte di sua mano, raffiguranti scorci di Putignano del 700, e cioè: Porta Barsento, Porta Grande, Panorama di Putignano, Ingresso della grotta di S. Michele e una Cappella del contado di Putignano.
Si spera che non sia lontano il giorno in cui potremo ammirare in lll:a mostra tutte le opere di questo artigiano artista.
Questo progetto nato dall'idea di Gianni Musaio è racchiuso in uno spirito di squadra ed è il frutto della collaborazione di persone, semplici cittadini, che hanno a cuore il patrimonio storico, culturale, artistico, geografico, enogastronomico del centro storico di Putignano paese in cui vivono. Una condivisione con istituzioni, turisti, studenti di quanto di bello e unico ha da offrire il contesto accessibile da una delle tre porte.
Il centro storico di un paese è il fulcro del territorio, dove sono custodite antiche storie, tradizioni e cultura di chi ci ha preceduto. Contribuisci anche tu a lasciare alle generazioni che verranno le testimonianze del passato avendone cura.