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CHIESA SAN PIETRO APOSTOLO

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Putignano, una Storia che non ti aspetti

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piazza plebiscitoIl centro della vita quotidiana, l’antica Piazza, che non era mai stata dedicata a nessuno perché per tutti era solo e semplicemente “minz a chiazz”, era diventata, subito dopo l’impresa dei Mille, Piazza del Plebiscito. Il plebiscito si era tenuto anche qui da noi con gli stessi risultati plebiscitari (2792 SI e nessun NO).

 

Una volta questo era il vero centro della vita cittadina! A cominciare dalle 5 del mattino, quando un vecchio sacrestano svegliatosi alle prime luci dell'alba, si infilava in una porticina a destra dell'ingresso della Chiesa Matrice di San Pietro che immette nel campanile e cominciava a suonare "a campan", la sveglia per tutto il borgo, l'inizio di una nuova giornata di lavoro!

 

Prima di lui solo il vecchio fornaio del Forno Grande di via Mulini, appena a cinque metri dalla piazza, era già al lavoro con un uncino di ferro montato su una lunghissima asta di legno ad infilare legna e rami nel forno che i solerti "sarcinari" avevano scaricato la sera prima sul pavimento portandoli dai boschi dei Monti di Gioia o di Barsento! E doveva sbrigarsi a portare a temperatura quel forno che era la sua dannazione, perchè di lì a breve sarebbero arrivati i primi tavolieri o le prime "f'zzator" sulla testa di veloci garzoncelli, "i uagnun", che mettendosi sul capo una "cipolla" fatta di stracci abilmente confezionata provvedevano a ritirare il pane dalle case circostanti dove tante donne in piedi già dalle quattro di mattina avevano sistemato le sette o otto pagnotte, il pane per una intera settimana per tutta quanta la loro famiglia, che avevano confezionato usando solo la forza delle braccia per "trombare" l'impasto semplicissimo di farina, acqua, sale e lievito-madre, "u l'vat" conservato "nto step" in una coppetta come retaggio della lavorazione della settimana precedente!

 

L’antico forno ormai non è più in funzione da tanti anni! L’aveva fatto costruire quel benemerito Balì Giovanni Battista Carafa cui si deve la rinascita ed il decollo definitivo del nostro paesello sul finire del 1400. Fu proprio lui a portare in questo sperduto villaggio sui Monti Appennini che apparteneva all’Abbazia di Santo Stefano di cui era Priore, il suo eccellente architetto Angelo per dare una spolverata urbanistica e qualche novità:
 

Innanzitutto un forno Grande alla via Mulini (vero precursore del Km 0) ed una beccheria proprio vicino all’attiguo pozzo (la Chianca), per il comodo della popolazione; e sopra al forno la sede dell’Università con spazio sufficiente per gli Uffici del Sindaco e dei decurioni, del camerlengo, del giudice e del notaio ed anche per l’archivio in cui conservare le poche carte degne di memoria! E poi una cinta muraria ampia e imponente, eccentrica rispetto al nucleo urbano più antico ma studiata apposta per seguire le curve di livello del terreno e per rimanere sopraelevata rispetto agli orti e alle vigne che la circondavano. Due sole le porte, da tenere chiuse di notte sempre ed anche in occasione non insolita di arrivo qui da noi di masnade fameliche di filibustieri in cerca di facile bottino!


E poi una nuova grande chiesa in sostituzione dell’antico tempio già intitolato a San Pietro Apostolo in ricordo del suo passaggio da queste parti quasi all’inizio del suo viaggio iniziato a Brindisi in direzione della capitale dell’Impero, Roma e consacrato già il 1158! Il solerte architetto Angelo vide che il vecchio tempio era diventato troppo angusto per i bisogni di una popolazione ormai in crescita costante e la trasformò in una grande chiesa, con l’ingresso non più sulla piccola piazzetta del Palmento, ma su una grande Piazza a realizzarsi lì dove ancora c’erano le vigne e che sarebbe diventata negli anni e nei secoli a venire il centro pulsante della vita cittadina! Ed a perenne ricordo di quel che aveva fatto, lasciò proprio sotto al maestoso rosone scolpito nella dura pietra locale, fra lo stemma dell’Università a sinistra e quello del committente G.B. Carafa a destra, una lapide a perpetua ed imperitura memoria del lavoro svolto!

lavoro di gruppoQuesto progetto nato dall'idea di Gianni Musaio è racchiuso in uno spirito di squadra ed è il frutto della collaborazione di persone, semplici cittadini, che hanno a cuore il patrimonio storico, culturale, artistico, geografico, enogastronomico del centro storico di Putignano paese in cui vivono. Una condivisione con istituzioni, turisti, studenti di quanto di bello e unico ha da offrire il contesto accessibile da una delle tre porte.

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Il centro storico di un paese è il fulcro del territorio, dove sono custodite antiche storie, tradizioni e cultura di chi ci ha preceduto. Contribuisci anche tu a lasciare alle generazioni che verranno le testimonianze del passato avendone cura.