La tomba di Antonio Fanelli è ai piedi dell'altare maggiore della chiesa del convento sulla pietra tombale è scritto:
Condit haec lapis Notarii Antonii Fanelli cineres qui pro animi pietate bonorum suorum sacrarum virginum asceterium heredem fecit. A.D. MDC!
IL TESTAMENTO DEL NOTAIO ANTONIO FANELLI (1531-1590)
L’EREDE UNIVERSALE, LA CLAUSOLA ESCLUSIVA E GLI STEMMI FANELLI
E perché l’institutioni dell’heredi è capo e principio di qualsivoglia testamento, senza la quale seria nullo et invalido, per questo esso magnifico testatore instituisce e fa suo herede universale e generale sopra tutti suoi beni mobili e stabili, raggioni, actioni, crediti, legati et nomi di debitori la magnifica Sidonia Fanella, sua nipote et figlia legittima et naturale del quondam magnifico Archilao, figlio legittimo e naturale d’esso magnifico testatore, con ordine che detta magnifica Sidonia dopo sua morte habbia à succedere a tutte dette sue robbe fuorchè all’infrascritti legati e fidecommessi, quali vole che se debbano osservare et exequire integralmente, seguita sua morte, nel modo che segue.
Vole, ordina e comanda esso magnifico testatore che la magnifica Silvia Eustachio, sua moglie, et il reverendo abbate Francesco Novara, suo figliastro, restino dopo la sua morte e siano administratori, tutori e governatori della detta magnifica Sidonia, sua herede, et habbiano l’integro usufrutto di tutte dette sue robbe mobili e stabili insino a tanto che detta magnifica Sidonia, sua herede, verrà a pigliare marito, sichè di detta administratione, tutela, governo et usufrutto non siano obbligati à darne altro conto a detta magnifica Sidonia, sua herede, e qualsivoglia altra persona, ma di detto usufrutto possano disporre a loro libera volontà.
Vole et ordina di più esso magnifico testatore che in tempo del maritaggio di detta magnifica Sidonia, sua herede, sia et debba essere in arbitrio di essa magnifica Silvia, sua moglie, et di detto abbate Francesco, suo figliastro, o di qualsivoglia di loro che se troverà a vivere, sichè il maritaggio debba essere condecente et conveniente alla qualità di detta magnifica Sidonia et conforme a quello debbano darli e costituirli la dote, con facoltà et autorità di potersi ritenere et reservare per loro vitto, vita durante, solamente quelle robbe ch’a loro piaceranno dell’heredità di esso magnifico testatore, purchè dette robbe che vorranno ritenersi e riservarsi non eccedano la summa, prezzo e valore di docati mille.
Vole di più et ordina esso magnifico testatore che venendo à morte detta magnifica Sidonia, tanto prima del maritaggio quanto poi, senza figli legittimi e naturali ex suo corpore, tutte le predette robbe, ancorchè li fussero date in dote, siano e debbiano essere e vadano et ricadino in pieno dominio et proprietà delle reverende monache di Santa Maria del Carmine in questa terra di Putignano, al quale vadano e ricadeno ancora tutte le altre robbe che se troveranno reservate in potere della detta magnifica Silvia e di detto abbate Francesco, seguita però loro morte, nel modo di sopra; e che questo si intenda ancora che detta magnifica Sidonia lasciasse figli, li quali venessero a morire in età pupillare.
Vole di più et ordina esso magnifico testatore ch’in qualsivoglia caso delli antedetti sue robbe o parte di esse venessero o cadessero al detto venerabile monastero, il predetto reverendo abbate Francesco, suo figliastro, sia et debba essere administratore et governatore di quelle et spendere l’intrate et frutti in beneficio di detto convento, in fabriche et reparatione, ampliationi et aumento di detto monasterio, et in ogni beneficio che se farà, metterci l’arme d’esso testatore, et particolarmente ci faccia subito una campana di grandezza e peso che sono tutte le due che al presente ci stanno.
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