Oltre alle guerre ed alle sopraffazioni, le epidemie di peste sono state molto diffuse in tutta la Puglia ed hanno contribuito, in alcuni periodi dei secoli scorsi, a decimarne la popolazione.
“da Ragguaglio historico del contaggio del 1690” (a seguito della peste scoppiata a Conversano in quell'anno) nella cartina in foto si vedono i cordoni sanitari istituiti in Terra di Bari e sud-est barese con posti di blocco e soldati ogni quarto di miglio per impedire a chiunque di uscire dai luoghi infetti. Putignano era appena al di fuori della zona di maggior diffusione del contagio, mentre Castellana si salvò, a detta di informazioni storiche tramandate, per intercessione della Madonna della Vetrana che da allora è la loro Patrona. Putignano, quindi, rimasta fuori della zona di contagio essendosi la città affidata alla protezione di Santo Stefano Protomartire con buoni risultati realizzò per devozione un altare a lui dedicato ancora esistente nella Chiesa di Santa Maria la Greca e gli venne ufficialmente riconosciuta la qualifica di Santo Protettore di Putignano.
Una delle attenzioni atte a limitare i contagi e cercare di circoscrivere i centri abitati colpiti era quella di disinfettare vicoli e abitazioni cospargendo sui muri e sui pareti a secco latte di calce. L’ossido di calce unito ad acqua genera la cosiddetta calce viva che, grazie alla alta basicità, sterilizza e purifica.
Ecco che proprio per questo molti centri storici della Puglia si presentano con vicoli stretti di colore bianco accecante. Uno dei comuni conosciuto come “città bianca” è appunto Ostuni, borgo che ha fatto di questa caratteristica il fiore all’occhiello su tutto il mercato turistico pugliese.
Anche Putignano ha conservato, ancora oggi, la tradizione di “allattare” cioè di imbiancare periodicamente i muri con calce viva e quando il sole è alto nei mesi di primavera ed estate, per camminare nelle viuzze del borgo antico diventa necessario inforcare lenti da sole per godere appieno della visuale sulle architetture tipiche viste dal basso.
Cronologicamente, tra i primi in ordine di tempo a scrivere di fatti storici putignanesi è stato il frate domenicano Domenico Campanella (1689-1750 circa) che scrisse un opuscolo intitolato EFFEMERIDI PUTIGNANESI, OVVERO SUCCESSI E STORIA DELLA CITTÀ DI PUTIGNANO. Per elaborare i suoi appunti il Campanella pare si sia servito di due manoscritti precedenti, ormai perduti, uno dell'altro padre domenicano Tommaso Angiulli di Noci e l'altro dell'abate di Santa Maria la Greca, don Stefano Merizio.
A seguire un passo originale estrapolato dall’opuscolo che parla della presenza della peste in Putignano
[A.D. 1478] Stando il Regno così in perfetta pace, volle Iddio sommo provisore, visitarlo con altri flagelli, conciosiacosache nel mese d’Aprile dell’anno 1478 s’introdusse la peste, che per due anni fece durissima strage di tutta la Puglia, in maniera che quasi tutte le città restarono spopolate;
e perché fu rivelato ad una santa anima nella terra di Corato, che se havessero eretta una chiesa in honore del glorioso S.Cataldo, immediatamente fussero stati liberati dal male, consapevoli di ciò i nostri cittadini l’eressero una commodissima Chiesa fuori le mura, sopra d’un monticello, seu collina dove termina il canale di Frassineto, ed appena celebrata la prima messa in honore di detto Santo, subito se ne sentì l’effetto, e se ne vidde il miracolo, merceche restò il nostro popolo totalmente libero dal contagio;
ed in segno di ciò li nostri cittadini in ogni anno nel giorno della sua festa, che viene nell’ottava di S.Michele, in tempo che sul monte Laureto, ed in Putignano vi è il concorso e per il Santo e per la fiera, vanno tutti, assieme colli soldati del Ministro di fiera per riverire ed ossequiare detto Santo, e ringraziarlo delli benefici concessi alla nostra città. [A.D. 1503]
…ed il pessimo si fu, che vi sopragiunse una fame accompagnata con una fiera peste, che durò dal mese di Marzo dell’anno 1503 per tutto Gennaio del susseguente anno, e fece durissima stragge di popoli.
I nostri cittadini in tanto vedendosi ridotti in uno stato miserabile per li tanti flagelli che Iddio esercitava sopra del regno tutto, e per le tante contributioni, e tasse imposte per l’armate, e per l’assedio sostenuto dalla città di Conversano, ricorsero alla protezzione de Santi, ed ammassata buona quantità di denaro fatta quasi tutta per elemosina, eressero una grande, e ben composta Chiesa in honore di S. Sebastiano fuori le mura, sentendosi che detto Santo colla sua intercessione haveva operato infiniti miracoli per il Regno in tutti quei luoghi, ove con fede era stato invocato; come in fatti fra poco si vidde Putignano libero dal contagio, e la sua statua d’inestimabile scultura fu riposta nella Chiesa Matrice. [A.D. 1529]