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L'ultima piccola bottega che produce coriandoli

I coriandoli, l'emblema dei festeggiamenti nel periodo di Carnevale, venivano e vengono lanciati in aria o sulle persone per animare le sfilate dei carri allegorici.
 

La Storia dei coriandoli

La storia dei coriandoli ha radici antiche, questi sono stati nel corso dei secoli, il sostituto naturale del lancio dei confetti in alcuni eventi; Tra l'altro in alcune lingue, tra cui Inglese, Francese e Spagnolo, la parola "coriandoli" rimanda proprio ai confetti. Questa piccola confusione linguistica parte nel XIV secolo quando i confetti stessi erano anche chiamati coriandoli «cuopronsi i coriandoli di zucchero per confetti», perchè utilizzavano i semi della pianta del coriandolo al posto delle mandorle nei piccoli dolci ricoperti di zucchero.
 
In seguito per l'animazione di cerimonie nuziali, carnevalesche o eventi di Capodanno si utilizzarono "palline" di carta colorata come sostituti dei confetti. Solo nel 1875 furono adottati i cerchi di carta, grazie alla creatività dell'ingegnere Enrico Mangili di Crescenzago (Mi), che iniziò a commercializzare come coriandoli i cerchi di carta di risulta della sericoltura ovvero l'allevamento dei bachi da seta. In contrapposizione alla paternità dell'invenzione dei coriandoli si pose l'ingegner Ettore Fenderl il quale asserì che per festeggiare il Carnevale del 1876 a Trieste ritagliò dei triangolini di carta colorata lanciandoli durante i festeggiamenti dalla sua abitazione in Piazza della Borsa. A testimonianza di ciò c'è una sua intervista del 1957 alla radio sul canale RAI.
 

I Coriandoli a Putignano

Il primo produttore di coriandoli su Putignano fu Giuseppe detto Peppin Recchtidd con la sua piccola fabbrica in un basso del borgo antico nei pressi della fontana presente nella piazza della Chiesa di Santa Maria La Greca. Produceva coriandoli colorati che poi rivendeva, confezionati in sacchetti di carta, sulle bancarelle che allestiva durante le sfilate. Siamo nel periodo che va dalla fine degli anni '60 fino ai primi anni '90. La sua produzione, tra le poche nel sud Italia, serviva anche mercati extra regionali.

 

L'ultimo dei produttori

Dagli anni successivi al 1990 la produzione e le stesse macchine meccaniche passarono nelle mani di Vincenzo Lombardi, oggi l'ultimo produttore di coriandoli. Nel suo Juso (basso) in via Bruni, continua a riempire sacchetti di "Gioia Carnascialesca" che, bimbi e non, lanciano durante le sfilate dei carri allegorici e perchè no durante qualsiasi evento per cui è necessario fare baldoria. Un locale di 20 mq o poco più, tappezzato di giornali colorati e foto di donne procaci da far invidia all'ultimo calendario Pirelli, che nasconde nella parte posteriore, una macchina dai movimenti alternati pronta ad ingurgitare pagine e pagine di riviste, volantini, storie d'amore, cronaca, offerte speciali e promozioni per poi restituire, una volta digerite, i piccoli dischetti.
 

Vincenzo detto Cenzino, classe 1948, in gioventù lavorava nel settore calzaturiero in una delle aziende più importanti di Putignano. A seguito della crisi dell'artigianato tale azienda chiuse i battenti e Vincenzo iniziò l'attività in proprio di ciabattino. Col passare del tempo le richieste di riparazione diminuirono e fu costretto a compensare tale perdita reinventandosi produttore di coriandoli. Acquistò dal Recchtidd la macchina che utilizza ancora oggi e iniziò la produzione, diventando un punto di riferimento anche per i Carnevali limitrofi, ossia Rutigliano, Monopoli, Massafra.

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