Il Carnevale durante il periodo Fascista assume una connotazione singolare e di sicuro interesse. A Putignano, come già evidenziato precedentemente, inizia a prendere piede la lavorazione della cartapesta che diventerà una vera e propria variabile distintiva dell'evento Putignanese rispetto a tutti gli altri in giro per la penisola Italiana. L'espressione contadina del Carnevale viene definitivamente abbandonata per lasciare il posto ad una identità più borghese e raffinata, supportata, altresì, dalla vena artistica e satirica che i Putignanesi hanno da sempre avuto.
Durante il Fascismo si da il via alle vere e proprie parate carnascialesche (quelle che oggi conosciamo come sfilate di carri allegorici), in linea con uno dei simboli connotativi del regime, la "parata", appunto. In sequenza più o meno ordinata le maschere di carattere satirico e i primi carri allegorici percorro le vie del paese, sbeffeggiando in molti casi gli usi e costumi della dittatura Mussoliniana.
L'anno di svolta è il 1938, in pieno regime, con il primo vero e proprio carro allegorico in cartapesta. Venne realizzato dal comm. Rocco Faniuolo (mest Rocch) e dal gioielliere Fedele Dalessandro (F'r'lon) che si intitolava U purch ì nust cioè "Il porco è nostro". Il titolo è affine alla allora recente conquista dell'Abissinia ed alla proclamazione dell'Impero che secondo la visione dei due artisti carristi putignanesi alimentava rosee prospettive future che di lì a qualche anno sarebbero state purtroppo tragicamente disilluse.
La scenografia artistica in cartapesta, che esplicitava il tema, prevedeva sull'ampia base del carro un grande maiale cavalcato da un pupo con trombone anch'esso di dimensioni importanti. Vicino al maiale lo stesso Dalessandro vestiva i panni del macellaio, mentre Faniuolo ed altri tiravano fuori dal ventre squarciato dell'animale salsicce e salumi vari. Tutta la struttura arrivava all'altezza di circa 4-5 metri su una base larga circa 2 metri. Il carro sfilò, come si faceva ancora a quei tempi, lungo la
Chiancata, ma giunto ad una delle tante strettoie all'interno del borgo antico quel del largo di Papavet non riuscì ad andare oltre, pertanto si decise di farlo retrocedere e farlo uscire da via
Porta Barsento.
Dopo questa esperienza si decise di spostare definitivamente la sfilata di Carnevale sull'Estramurale e su Corso Umberto I, percorso tuttora in essere.