I festeggiamenti ufficiali e continuativi del Carnevale di Putignano iniziano dopo il 17 gennaio che è la festa di Sant’Antonio Abate detto anche sant'Antonio del Fuoco. I Putignanesi in questo periodo lo ricordano con il detto “Sant'Antun, masck'r i sun” e cioè Sant’Antonio maschere e suono. Il 17 gennaio ricorre nella cittadina anche la benedizione degli animali, e quella della mozzarella autoctona.
I giovedì di carnevale nascono da una tradizione molto antica, non ben documentata, che aveva ed ha come scopo quello di dare a tutti quanti i ceti sociali, da quello basso a quello più in vista, un giorno del periodo di carnevale in cui esagerare e sconfinare in comportamenti poco consoni allo status rappresentato nella normale vita quotidiana. Una modalità di festeggiare all'insegna del antico proverbio latino "Semel in anno, licet insanire" e cioè una volta all'anno è lecito fare i matti.
A seconda che il periodo di carnevale sia corto o lungo si festeggiano in sequenza:
- Giovedì di “minsignor” cioè dei monsignori
dedicato alle alte cariche della curia diocesana
- Giovedì di “priv’t’” cioè dei preti
dedicato alle guide spirituali di ogni comunità parrocchiale del paese
- Giovedì di “mon’c’ “cioè delle monache
- Giovedì di “cattèv” (cattivi) cioè dei vedovi e delle vedove.
Il termine cattivo che identifica coloro che hanno perso rispettivamente la moglie o il marito, non ha nulla a che vedere con lo stato interiore o la cattiveria in genere, bensì con buona probabilità il significato ha a che fare con il termine latino captivus che significa prigioniero. Prigioniero della solitudine che colpiva i vedovi che dovevano rimanere per anni parsimoniosi di divertimento. Per i 4 anni successivi alla vedovanza dovevano e auto-confinarsi in casa ed indossare abbiti di colore nero nel rispetto del coniuge defunto. Il vedovo o la vedova erano inoltre prigionieri del dover portare avanti la famiglia contando solo sulle proprie forze. Ecco a giusta causa concedere una giornata intera per divertirsi e liberarsi dall’abitudinaria monotonia della quotidianità.
Un proverbio Putignanese malinconico legato alle vedove
Quann a cattev vè accatt a carn, pur a gucciareij stè achius!
Quando una vedova va a comprare la carne è così sfortunata che anche la macelleria è chiusa
- Giovedì di “pacc” cioè dei pazzi
Ovvero il giovedì dei ragazzi e degli “scapoli”, coloro che appunto non hanno il cappio al collo del vincolo matrimoniale.
- Giovedì di “femm’n’ accasat” cioè delle donne sposate
- Giovedì di “C’r’not” cioè Cornuti
Gli uomini sposati concludono il ciclo dei giovedì di carnevale con uno degli eventi più attesi cioè il taglio delle corna da parte dell’”
Accademia delle Corna”