La cultura del ballo nel periodo di Carnevale a Putignano ha origini antiche. E’ stata usanza ricorrente negli anni ’50 - 60’ quella di organizzare serate danzanti nei bassi del borgo storico. Locali sottoposti al livello stradale si arricchivano di colori, decorazioni e grazie alle orchestrine di musicanti del posto e attiravano gruppi mascherati e non nei giovedì di Carnevale, e nei sabati prima delle sfilate dei carri allegorici.
L’allestimento degli “jos'r”, nome autoctono che identifica i bassi della città vecchia, prevedeva coriandoli a nastro di tessuto che pendevano dal soffitto, sedie poste lungo il perimetro degli ambienti, e tavolo buffet posto nell’angolo che “rifocillava”, con i prodotti tipici della gastronomia di allora, i ballerini/festaioli.
Le pignate in terracotta avevano cotto per lunghe ore le “brasciole nel sugo”, i tipici involtini di carne ripieni di aglio, prezzemolo, formaggio che poi arrotolate nello spago, venivano affogate nel sugo di pomodoro. Il vino era quello tipico, rosso intenso, alcolico, vendemmiato nella settembre dell’anno prima. La gradazione alcolica elevata favoriva i festeggiamenti anche dei più timidi. Le “Chiacchiere di Carnevale” insieme ai tradizionali dolci di mandorle chiudevano i festeggiamenti.
Le orchestrine composte per la maggiore da musicisti autodidatti suonavano dal vivo musica allora in voga come il liscio, il valzer, il tango e anche la musica americana.
La stagione carnascialesca si concludeva con “i veglioni di carnevale” che si tenevano nel teatro comunale o nelle varie sale per feste. Si partiva l’ultima domenica con il primo appuntamento, per poi passare al veglione identificato con “a ser d mminz” cioè quello del lunedì e concludersi con quello più importante cioè quello del martedì grasso.