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Reliquiario di Santo Stefano

L'oreficeria romanica in tutto il suo splendore espressa artisticamente nel reliquiario "a testa" di santo Stefano custodito nella chiesa di Santa Maria la Greca. Originariamente proveniente dall'abbazia benedettina di Santo Stefano in zona Monopoli, e databile tra la fine del XII e l'inizio del secolo XIII. È un manufatto in argento cesellato che riproduce il capo e il volto di un crociato.
 

L'intensità comunicativa nella rappresentazione del volto è resa ancora più solida dall'ottimo stato di conservazione complessivo ed è fortemente accresciuta dalle lucide dorature su capelli, sopracciglia, contorno degli occhi e orecchie. Sistegno alla coerenza dell'immagine è dato da una rigorosa e puntuale distribuzione delle parti decorative, si osservi, infatti, come la geometrica successione dei riccioli della capigliatura sia bilanciata nella parte bassa dal motivo a grappolo delle inflorescenze presenti sul colletto.

 

In base al confronto con un reliquiario a testa riferito al XIII secolo e conservato presso l'abbazia di Melk, si è ipotizzato una probabile provenienza dall'area danubiana, tra Austria e Ungheria.

 

Il reliquario di cui sopra contiene al suo interno un frammento del cranio di Santo Stefano Protomartire. La reliquia del Santo era custodita dai monaci Benedettini nel castello di Santo Stefano a Monopoli che prendeva tale nome proprio per questo. Il castello fu fatto costruire da Goffredo conte di Conversano nel 1086 e divenne ben presto sede dell'ordine dei Benedettini che fondarono così il monastero, abbazia.
Si presume che la reliquia sia arrivata in Italia a seguito della prima crociata, quando nell'anno 1099 si riuscì ad espugnare Gerusalemme e a prendere il controllo del Santo Sepolcro. Intorno alla fine del 1200 i Cavalieri di Malta si trasferirono in tale Abbazia, la fortificarono al fine di controllare i traffici navali verso la Terra Santa. In quel periodo l’Abbazia fu sede, oltre del reliquario di Santo Stefano, anche della icona bizantina della Madonna della Madia.



Il reliquario insieme alla icona bizantina della Madonna della Madia furono traslate il 26 dicembre dell’anno 1394 a Putignano e poste nell'originaria chiesetta di Santa Maria la Greca, per difenderle così dalle continue scorribande turche e dalle aggressioni piratesche, durante il regno di Ladislao (1377-1414). Al corteo dei religiosi addetti alla traslazione, lungo il percorso a piedi, si unirono festeggiando il popolo e i contadini intenti a piantare nei campi le viti (le barbatelle).

Questo episodio è all'origine della festa delle “propaggini”, tuttora tramandata il 26 dicembre di ogni anno, giorno in cui inizia il Carnevale di Putignano.

lavoro di gruppoQuesto progetto nato dall'idea di Gianni Musaio è racchiuso in uno spirito di squadra ed è il frutto della collaborazione di persone, semplici cittadini, che hanno a cuore il patrimonio storico, culturale, artistico, geografico, enogastronomico del centro storico di Putignano paese in cui vivono. Una condivisione con istituzioni, turisti, studenti di quanto di bello e unico ha da offrire il contesto accessibile da una delle tre porte.

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