Storia tra peste e guerre.
Il culto per Santa Maria di Costantinopoli a Napoli e a Putignano
I napoletani, fortemente terrorizzati, organizzavano processioni di penitenza, ma il viceré ne vietò lo svolgersi ed invitò l'intero popolo a radunarsi a pregare nelle chiese. Contemporaneamente nel 1528, Francesco I, Re di Francia in diatriba continua con l'Imperatore Carlo V che possedeva anche il Regno di Napoli, inviò in Italia il visconte di Lautrec che, informato delle enormi difficoltà di Napoli conseguenti alla fame e alla sete, avanzò con il suo esercito verso Napoli, ma per un errore tattico della politica dei Francesi i genovesi assediarono Napoli via mare. Il Doria passò infatti al fronte spagnolo e tolse il blocco navale, mentre la peste faceva un vero sterminio tra le truppe del Lautrec. I resti dell'armata francese decimati dalla peste si arresero l'8 settembre 1528, giorno della Natività di Maria. La peste era arrivata in Italia al seguito dei Lanzichenecchi del Sacco di Roma del 1527 e della successiva peste di Milano descritta nei Promessi Sposi.
Il popolo era pertanto libero dal nemico esterno, ma intimorito dal contagiarsi della peste che, arrivata per mano degli eserciti invasori, non cessava di seminare morte e lutti. L'epidemia perdurava ancora ai primi del 1529 e nel mese di marzo si verificò l'apice dei contagi. Con l'arrivo estate, cosa abbastanza insolita, il flagello cominciò a scomparire.
Molti descrissero l'accaduto e attribuirono all'intervento della Madonna la fine dell'assedio, così pure quello della peste:
La venerazione di Santa Maria di Costantinopoli potrebbe essere stato esteso da Napoli anche qui a Putignano per mezzo del Giudice Pietro Romanello e che rientrò qui nel suo paese d'origine, dopo essersi laureato in legge e notariato che, per esercitare la sua professione edificò della Cappella, dotandola del quadro antico tuttora esistente e poi con suo testamento del 27-11-1558 la lasciò in eredità insieme a tutti i suoi averi e altri stabili all'Arciconfraternità del Santissimo Sacramento con l'impegno degli eredi succitati di farvi celebrare una Messa la settimana per l'anima sua e due altre al mese per i suoi genitori.
La Madonna di Costantinopoli può essere accomunata quindi a San Cataldo, San Michele, San Sebastiano, San Rocco ed infine Santo Stefano nel ruolo di Protettori di Putignano dal pericolo della peste che in passato era letale dovunque arrivasse.