Gli elementi architettonici che incastonano la tela sono realizzati in stucco nel 1783 per mano di artigiani locali.
La tela raffigurante San Gregorio si fa ammirare per l'arioso schema compositivo in cui sono collocati i vari personaggi. In alto, è la SS. Trinità, poggiante su dense nubi da cui fanno capolino teste di putti contemplanti. Tra il Padre e il Figlio, a torso nudo e con i segni del martirio evidenziati, è posta l'emblematica colomba raggiante, che unifica, per così dire, in simbiosi di divinità, le due figure indicantisi con un ampio gesto del braccio sinistro. Accompagnato da una leggera torsione del busto, si attua verso l'esterno il movimento delle teste del Padre e del Figlio, rivolte a guardare le figure della Vergine e di S. Gregorio, disposte frontalmente in diagonale, genuflesse e supplici. Al centro un grande angelo indica con un braccio il mondo celeste verso il quale si accinge a sollevare un penitente con scapolare e tonsura ecclesiastica, posto tra gli altri nel luogo della espiazione, emarginato nella parte più bassa della tela.
Lo stesso S. Gregorio richiama la figura del vescovo della tela «La Madonna e il Vescovo» che toviamo a Bari nella basilica S.Nicola;
Le dette caratteristiche tipologiche oltre quelle stilistiche, come la monumentalità delle figure costruite con dense pennellate e popolareggianti nell'atteggiamento ci inducono a datare la tela, in tal caso, intorno al 1708-9, prima cioè della realizzazione di quelle di più ampio respiro di S. Teresa dei Maschi di Bari e della nostra cappella del SS. Sacramento.
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