La costituzione del Sanatorio di San Michele in Monte Laureto, il più grande di Puglia, è un esempio di azione locale e periferica nel contesto più ampio di lotta al contagio e cura contro la TBC.
In una prima fase di diffusione dei sanatori furono selezionate località di mare (Viareggio e Rimini) con stabilimenti elioterapici, per poi spostarsi in montagna con strutture che presero le sembianze di veri e propri villaggi della salute, aperti anche ai ceti popolari (primo fra tutti il sanatorio Morelli a Sondalo, in Valtellina, a 1250 m slm). Sanatorio Morelli a Sondalo
La scelta di costruire un sanatorio in zona collinare fu dettata invece dalla volontà di mantenere gli ammalati nel loro ambiente climatico abituale, con l’intento di ottenere “guarigioni” (definite nei certificati di dimissioni “apparenti”) più stabili di quelle che si realizzavano in ambiente montano. Non era raro vedere pazienti curati in montagna che quando tornavano alle condizioni climatiche normali presentavano brusche ricadute.
Il complesso putignanese è stato costruito adattando e ampliando l’impianto di una villa signorile, dalle spiccate forme neogotiche, appartenuta al
Principe Romanazzi Carducci.

Qui si ritrovano i caratteri tipologici dei sanatori italiani dell’epoca in un’interessante soluzione di integrazione con la preesistenza. La villa costituì il blocco principale per i servizi comuni e si rispose all’esigenza dell’orientamento verso meridione con uno schema a “C” ruotato di 90° rispetto all’asse di accesso.
Si trattava di un vera e propria cittadella della salute, completo di farmacia, servizio postale, ampi spazi verdi e luogo di culto. Interessante come i dettami del razionalismo nelle scelte formali della chiesa trovino un dialogo con le forme della tradizione locale rimarcate dai campanili a vela, quasi giustapposti, a coronamento dei volumi ieratici del corpo principale.
L’istituto fu inaugurato dal Principe Umberto il 21 giugno 1935 in onore della sua primogenita, con il nome di Sanatorio Climatico “Principessa Maria Pia di Savoia”.

Il 3 maggio 1972 l’Ospedale specializzato Tisiopneumologico Climatico venne ceduto all’ente ospedaliero S. Maria degli Angeli. Trovarono spazio i reparti legati alla necessità di salubrità dell’aria come pneumologia e cardiologia. Da allora fino ad oggi la struttura ha subito numerosi rimaneggiamenti al fine di adeguare gli spazi alle nuove funzioni dell’Azienda Sanitaria Locale, variate nel tempo in base alla progressiva centralizzazione dell’organizzazione sanitaria regionale. Oggi, dopo i lavori di adeguamento del 2006, il complesso ospita per lo più uffici, qualche ambulatorio (neuropsichiatria infantile e riabilitazione, destinazioni a basso tasso di dotazioni tecnologiche) e un laboratorio per i test sierologici COVID 19.
Di seguito una ipotesi di individuazione dei blocchi riconoscibili nell’attuale impianto costruttivo, dalla chiesetta di San Michele (marrone), alla Villa Romanazzi Carducci (rosso) al Sanatorio Principessa Maria Pia di Savoia (giallo) all’ultimo ampliamento degli uffici ASL (verde).
a cura dell'arch. Silvia Laterza